venerdì 9 marzo 2007

Perché Apple è a rischio di scalata ostile

Apple, oggi, capitalizza circa 70 miliardi di dollari. Gli analisti calcolano che, circa metà di questo valore deriva dalla divisione iPod, che oltre ai lettori mp3, è centro di realizzazione e vendita di accessori e servizi musicali. E la provenienza del fatturato è li a dimostrarlo.

L'azionariato
Al momento non vi è alcun singolo azionista che detenga una cospicua maggioranza relativa delle azioni. Infatti Apple è una public company, una società ad azionariato diffuso. I tre principali shareholder, al 30 giugno 2006, risultano essere FMR Corporation (7,29%), AXA (7,26%) e Barclyas Global Investors UK Holding (4,82%). È fantafinanza, certo. Ma non è impossibile che un raider, una società ricca di liquidità oppure capace a indebitarsi fortemente, possa realizzare un leveraged buy-out su Apple. Un LBO è un'operazione che consiste nel lancio di un'offerta mirata acquisire la maggioranza assoluta delle azioni sul mercato, dopo aver costituito una società ad hoc per la scalata ed averla fortemente indebitata per pagare le azioni.

Lanciare un'offerta d'acquisto sul 50,1% di Apple, oggi,costerebbe
35,7 miliardi di dollari. Considerando il premio da riconoscere agli azionisti affinchè si convincano a cedere le azioni in OPA si arriva ad un costo totale di 41 miliardi di dollari.
Chiamiamo "Raider Holding" l'ipotetica società costituita per lanciare la scalata ad Apple. Ipotizziamo ora che l'acquisizione avvenga totalmente facendo ricorso al debito. Terminata la scalata, il nostro raider si troverà con, in attivo, il 50,1% azioni Apple e 41 mld debiti. Tanti, vanno ridotti: vediamo come.

Come ridurre i debiti: primo passo, la liquiditàApple ha in cassa, circa 9 mld di dollari di liquidità. Potrebbero essere distribuiti come dividendo straordinario agli azionisti. Così la Raider Inc. ne incassaerebbe circa 4,5 miliardi e porterebbe il debito a 36,5 mld. Il resto andrebbe agli altri azionisti di minoranza, pro quota.


Come ridurre i debiti: secondo passo, la divisione iPod

Come ho anticipato prima, metà del valore delle azioni Apple è imputabile alla divisione iPod. Perchè non quotare la iPod division al Nasdaq per valorizzarla ulteriormente? È noto, infatti, che al momento di spin-off e di conferimento di un'autonomia societaria, il valore delle divisioni aumenta. Considerando anche l'immagine di cui gode il player più popolare del mondo, risparmiatori, fondi e analisti, sono convinto che la valorizzerebbero non meno di 40 mld di dollari. Ipotizzando ora di effettuare un collocamento al Nasdaq del 45% delle azioni della divisione, si porterebbero nelle casse di Cupertino 18 miliardi di dollari.

Dopo questa operazione, "Raider Inc." deterrebbe il 50,1% di Apple, che a sua volta controllerebbe il 55% della divisione iPod. Il tutto, con un indebitamento di 10,5 miliardi di dollari.

Il cash flow di Apple è imponente. E gli utili netti non sono da meno: sottratti i costi per gli investimenti, ammortamenti e Ricerca & Sviluppo, attualmente Apple viaggia con utili trimestrali di oltre 450 milioni di dollari, che significa 1,8 miliardi di dollari all'anno. Largamente sufficienti per coprire il servizio del debito in termini di quota capitale ed interessi.


Apple è gestita egregiamente dal punto di vista economico-finanziario. Le sue riserve di liquidità ne sono prova tangibile. È chiaro che un'operazione di questo tipo, qualora fosse attuata, comporterebbe, nel lungo periodo una politica aziendale improntata alla spremitura degli asset, privilegiando il pagamento degli interessi sul debito rispetto ad aspetti più importanti per il cliente, quali il design dei prodotti e l'innovazione. Non auspico di certo una scalata di questo tipo, né tantomeno l'estromissione dell'attuale consiglio d'amministrazione.

Ho semplicemente voluto dimostrare, conti alla mano, che Apple è davvero a rischio scalata. Con un'operazione che consentirebbe, sia di mantenere in vita l'attuale struttura aziendale, che di remunerare l'eventuale raider. L'aspetto notevole è che, nella mia ipotesi ho esemplificato il caso di un raider effettui un'operazione di natura puramente finanziaria e senza alcun tipo di sinergia industriale. E, soprattutto, senza l'investimento di un dollaro. Provate ora ad ipotizzare che l'OPA venga lanciata da un operatore del settore hi-tech che sia interessato anche a partnership tecnologiche con Cupertino e che sia anche portatore di liquidità.
Vi renderete conto di quanto Apple sia a rischio di scalata ostile.


Alessandro Palmisano

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