martedì 27 febbraio 2007

L'interesse, questo sconosciuto

Un elemento centrale per la comprensione dell'economia aziendale e della finanza, ma anche per la nostra vita quotidiana, è l'interesse.

Possiamo vedere l'interesse come la contropartita, il corrispettivo che una persona o un'azienda corrisponde ad un altro soggetto per poter usufruire di una certa somma di denaro.

Quando eravamo alle elementari, ci hanno spiegato che l'interesse si calcolava in questo modo: rapportando la differenza tra la somma pagata e la somma ricevuta, alla somma ricevuta.

Un esempio chiarirà questo punto.
Riceviamo 1000 €, ne ripaghiamo 1100.
La differenza è 100 €.
L'interesse è il 10% ovvero 100 /1000.

Tutto bene?
Sì, fin quando eravamo alle scuole elementari e non nella vita vera. Nella vita reale c'è un'altra importantissima variabile che complica tutta la questione, il tempo.
Infatti, intuitivamente, non è la stessa cosa se, presi i valori dell'ultimo esempio, una persona restituisce i 1100 € dopo 1 mese ed un'altra dopo 2 anni.

Ma come è possibile, se l'interesse è comunque il 10%?

È qui che entra in gioco il fattore tempo, senza di questo non è possibile comprendere il concetto di tasso d'interesse e si cade vittime, facilmente, degli imbonitori e dei venditori di finanziamenti e strumenti finanziari inutili senza scrupoli.

Ricordando la massima che abbiamo enunciato ovvero: un euro oggi vale più di un euro domani, occorrerà complicare un po' le formule che ci hanno insegnato alle elementari per ottenere il dato vero, ovvero il tasso d'interesse, il corrispettivo cioé che paghiamo quando prendiamo dei soldi in prestito, indipendentemente da chi ce li fornisce.


Antonio Capaldo

sabato 24 febbraio 2007

Promozioni: la verità e il marketing

Riprendiamo, dopo una lunga pausa, la nostra serie di articoli per capire meglio l'economia.
Oggi proveremo a guardare dietro un'altra delle promozioni più utilizzate dalla grande distribuzione: la restituzione del denaro.

Molto famosa, a tal proposito, è stata la campagna di Mediaworld incentrata su un concetto chiave, se l'Italia avesse vinto i Mondiali, avrebbero rimborsato il prezzo pagato.
E' stata una catastrofe economica per loro?
No, vediamo perché sotto moltissimi aspetti.

1) Non si tratta di un "rimborso", ma di un buono spesa. La differenza è sostanziale. Un buono spesa è qualcosa che voi dovrete spendere, necessariamente, presso lo stesso punto vendita che ve lo ha rilasciato. Ora, questo semplicissimo accorgimento, riduce l'impatto economico della promozione al fornitore.
Il motivo è presto detto.
Immaginiamo di spendere 1000 € acquistando un televisore (ma come vedremo questo schema vale per tutti i prodotti), il fornitore avrà guadagnato, poniamo 200 € sulla nostra spesa. Al verificarsi di una certa condizione, noi veniamo rimborsati con un buono del valore di 1000 € che provvediamo a spendere immediatamente.
La merce che acquistiamo è stata acquistata dal nostro fornitore x 800 €; pertanto sottrattendo i 200 € già guadagnati sulla prima vendita, si ha che il "danno" potenziale è di soli 600 €.
Non pochi, ma certo già lontani dai 1000 € iniziali.

E veniamo al secondo aspetto:
2) E' dimostrato che un cliente che entra in un dato negozio non acquista solo il prodotto promozionato, ma una serie di prodotti che lo affiancano. Questi prodotti non sono soggetti a promozione, pertanto su questi il guadagno dell'azienda sarà certo e misurabile. In più la stessa cosa potrà avvenire quando si tratterà di spendere il buono, l'eventuale spesa eccedente, andrà a ristorare il fornitore della perdita di cui sopra.
In più la possibilità, anche solo potenziale, di poter avere un prodotto gratis, spinge la gente a consumare più di quanto avrebbero fatto senza questa possibilità, con ciò aumentando il ricavo potenziale del fornitore.

3) Costi promozionali. Una grande realtà della GDO deve investire in promozione una parte cospicua del proprio fatturato per fidelizzare i clienti. Parte di questi costi possono essere girati dalla voce pubblicità perché questo tipo di promozioni hanno un discreto effetto nel breve periodo, rendendo meno necessaria la pubblicità per portare i clienti a visitare nuovamente il punto vendita.

4) Assicurazione. Nessuna azienda, sana, rischia perdite cospicue senza aver stipulato un'adeguata assicurazione. Il rischio in questo caso è trasferito dall'azienda all'assicuratore che, evidentemente, ragiona con logiche diverse che qui sarebbe troppo lungo spiegare.

5) Multinazionali. Alcune promozioni possono essere replicate in più paesi, con ciò aumentando la platea dei potenziali concorrenti, senza per questa aumentare proporzionalmente il rischio. Nel caso in esame, ad esempio, l'aver esteso la promozione ad una serie di paesi europe partecipanti al mondiale, ha di fatto ridotto di molto il rischio visto che una sola nazione poteva fregiarsi del trofeo, mentre le altre sarebbero comunque uscite sconfitte.

6) Aspetti finanziari. Ci sono anche questi, in molti casi i rimborsi non vengono riscossi e questo evita una "perdita", in più i soldi incassati sono disponibili immediatamente generando un introito finanziario che, benché ridotto, contribuisce a ridurre ancora la famosa ed oramai smascherata "perdita".

Spero che questa piccola scheda vi abbia aiutato a "decifrare" una promozione ed a sentirvi un po' meno furbi. La conoscenza è l'arma più potente di cui disponiamo, è importante usarla.


Antonio Capaldo

Ninja Marketing

Marketing non convenzionale, street marketing, guerrilla marketing, viral marketing. Di tutto di più: dalle trovate di piccole e giovani aziende che tentano di lanciare nuovi brand, sino alle case histories di multinazionali, qualsiasi sia il loro settore di attività. Con un comune denominatore: l'originalità. Idee e spunti di marketing operativo e strategico per continuare a vendere anche nell'attuale contesto ipercompetitivo, dove l'eccesso di offerta è oramai strutturale.

La forma del sito, è a metà tra quella di un blog e un portale alla "vecchia maniera". I contenuti, tutti interessanti, molto aggiornati e con un pizzico di multimedialità à la YouTube che non guasta mai. Ma non è tutto. Ninja marketing completa la sua offerta con una newsletter bimestrale e una serie di corsi di formazione off line.

Un sito a 5 stelle per gli addetti al settore. :)

Link: www.ninjamarketing.it


Alessandro Palmisano

venerdì 23 febbraio 2007

P come perfezione

Ho riaperto "L'ultimo teorema di Fermat". C'è un aneddoto sui fiumi: il rapporto tra la distanza tra delta e foce e quello della lunghezza complessiva del fiume, è pari a, circa, 3,14, che guarda caso è un numero ben noto, un certo "pi greco"... :) Sorprendente quanto la Natura sia perfetta, ma l'uomo vada contro questo ordine.


Alessandro Palmisano

mercoledì 21 febbraio 2007

Frase del giorno

A uno switcher intelligente che mi chiede, si informa e lo informo si aggiorna e lo aggiorno, sul mondo Apple da due anni, ma poi cade su un comune scassone grigio e anomino.

"Ho troppa stima per la tua intelligenza per credere che tu sia così coglione da comprare un computer contro il tuo interesse".

Dite che l'autore da cui ho parafrasato, mi chiederà delle royalty in base al net worth del mio blog?

Mentre qualcuno starà pensando ai driver per la scheda grafica, nel frattempo bloggo, e scrivo un pezzo per ilMac.net, organizzando lo spazio del 12" al meglio con Exposé; iChat è aperto con i nottambuli di turno, Mail fa il suo lavoro in background e iTunes dona un tocco musicale a questa notte di quasi-inizio estate. Sfioro Dashboard e vedo il tempo per domani, che su Mac è già oggi. Per davvero.

martedì 20 febbraio 2007

Apple Inc.

Lo scorso 9 gennaio, durante il tradizionale Keynote del MacWorld Expo, Steve Jobs ha cancellato con un colpo di spugna la dicitura "Computer" all'interno della ragione sociale della società di Cupertino, che si chiama ora "Apple Inc.". Piccolo grande passo di comunicazione istituzionale per preparsi a varcare le soglie del mercato telefonia cellulare con l'iPhone. Ma c'è di più.

Se prendo i dati trimestrali di vendita rimestrali di vendita dei prodotti Apple scopro che:

- i ricavi sono stati 7,1 miliardi di dollari
- 4,06 sono i miliardi di dollari generati dalla vendita di iPod e di prodotti musicali

Il 57% delle entrate di Apple, nell'ultimo trimestre del 2006 non sono state generate da personal computer. Questa è la svolta.


Alessandro Palmisano

sabato 17 febbraio 2007

Connesso con pensieri sconnessi

La Rete non è testo, immagini e filmati e stop. È flusso di informazione continua. È un ambiente virtuale. Non sei mai solo. La Rete non è solo il web. È la mail, sono gli instant messenger, è il VOIP di Skype, è giocare a World of Warcraft, sono le community. Sono le amicizie nate su Atlantide e gli amori sboccati su Yahoo! Relations. In una parola: è un ambiente.

Lontano il tempo in cui era concepita semplicemente come luogo sterile dal quale tirar fuori informazioni, considerata alla stregua di un qualsiasi banale libro di testo, con il valore aggiunto degli iper-link. No, è un ambiente dove si possono avere esperienze. Avviene la comunicazione one-to-many, one-to-many, ma anche many-to-many. In tempo reale, così come in differita. I bit che transitano possono cambiare la realtà. Un battito d’ali di farfalla a Tokyo può scatenare un uragano in Florida un mese più tardi, così come una linea invisibile univa la creazione alla generazione e il presente a un passato tanto prossimo quanto dimenticato.

Il bit transita, la mail arriva: hai l'informazione giusta e allora sopravvivi. Non hai l'informazione giusta e potresti morire. Il bit transita, e la cifra di una speculazione maestosa sui derivati di Chicago ti può rendere ricco. Il bit diventa potenza d'acquisto che a sua volta può essere convertita in beni reali. 100 euro addebitati sul C/C di una banca on line transitano ancora e quei due libri introvabili passano da Amazon.com a casa tua. Tu converti il bit in bene reale, Amazon incassa, la FedEx e la VISA guadagnano una commissione. E i titoli di tutte e tre le società fluttuano in Borsa, in base al numero di persone, che in un certo lasso di tempo hanno fatto la tua stessa cosa. La somma delle transazioni, genera per loro il ricavo, da cui deriva il profitto, che si scontra con le aspettative degli investitori, che a loro volta fanno delle transazioni azionarie...